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Liotti e Monticelli (2008) scrivono «Ogni comportamento per quanto casuale e insignificante possa apparire  contiene un elemento motivazionale» e lavorando in ambito sportivo mi sono chiesta molte volte come questa frase può essere vista all’interno di una scuola calcio.

Che cosa sono i sistemi motivazionali interpersonali e a cosa servono?

I sistemi motivazionali interpersonali regolano le interazioni tra le persone, la condotta di ognuno rispetto a particolari obiettivi e sono in stretta relazione con il vissuto emotivo. In altre parole quando due o più persone si incontrano il loro scambio è regolato dal sistema motivazionale sottostante.

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Nel calcio principalmente vengono attivati 4 sistemi motivazionali interpersonali:

  • Attaccamento: si attiva quando la persona ha bisogno di aiuto,  quindi spesso potrebbe essere attivato dal bambino che si sta allenando e che non ha ben compreso l’esercizio da fare;

  • Accudimento: complementare al sistema di attaccamento si attiva quando il mister aiuta quel bambino a svolgere l’esercizio;

  • Agonismo: è finalizzato alla definizione del rango e del potere. Si attiva durante una partita nella quale si gioca motivati dall’agonismo contro la squadra avversaria;

  • Cooperazione: si attiva quando ci si rende conto che è più semplice raggiungere un obiettivo con l’aiuto di un’altra persona. Durante la partita la squadra dovrebbe essere motivata dal gioco di squadra e quindi dovrebbe tenere attivo il sistema cooperativo.

 

Detto ciò, sembra così semplice e scontato che durante una partita o un allenamento dovrebbe attivarsi un sistema motivazionale piuttosto che un altro ma così scontato non è.

Ho seguito allenamenti e partite in cui sono stati attivati sistemi motivazionali differenti e quell’allenamento o quella partita non era più funzionale. A volte, succede che la frustrazione, l’ansia di prestazione, la rabbia prendono il sopravvento e rendono una partita disfunzionale per i bambini che stanno giocando, per i mister che li allenano e per gli spettatori, nonché i genitori, parenti o amici dei bambini, che li vedono.

Partiamo dallo staff che allena, quando più persone allenano una stessa squadra il loro comportamento dovrebbe essere guidato dalla cooperazione per rendere tutti gli allenamenti funzionali e divertenti per i bambini. Ma non sempre è così, e questo si nota soprattutto quando il sistema motivazionale attivo è l’agonismo e quel bambino (o quei bambini) viene triangolato nelle gestione dell’allenamento. Per fare un esempio più pratico può capitare che due mister che stanno allenando la stessa squadra siano in disaccordo sul tipo di allenamento da svolgere e invece di accordarsi sull’allenamento da fare si sfidano di continuo ritenendo il loro allenamento migliore. Le emozioni che si percepiscono saranno di disprezzo, rabbia, orgoglio per aver imposto il proprio tipo di allenamento; tristezza, umiliazione e vergogna per non essere stato in grado di  imporre il proprio allenamento. Il clima che percepiranno i bambini e un esterno sarà di tensione e non di gioia e divertimento. Il sistema dell’agonismo non è funzionale ai fini di un allenamento ben strutturato.

Al contrario quando gli allenamenti sono guidati da un clima di cooperazione tra i mister le emozioni che si percepiranno saranno di gioiosa condivisione, lealtà e fiducia reciproca, questo clima sarà condiviso tra i mister, tra i bambini che si stanno allenando e i genitori che stanno osservando. Questo non vuol dire che i mister sono in accordo continuo su come strutturare un allenamento, perché se così fosse uno dei due starebbe annullando il suo modo di essere, il disaccordo ci sarà ma il modo in cui verrà gestito sarà diverso. La capacità di formare critiche costruttive in questo caso è molto importante: la critica sarà rivolta a quello che la persona sta facendo (in questo caso a quel tipo di allenamento) e non sarà rivolta alla personalità dell’altro. In questo caso l’altro comprenderà che non è lui che è sbagliato ma sbagliato (o poco funzionale) è quello che sta facendo. Solo in questo caso si penserà alla critica come a un’opportunità per cooperare con chi l’ha fatta, al fine di migliorare quello che si sta facendo. Da una ricerca fatta da Williams e Sternberg (1988) si evince che il fattore più importante nel massimizzare la qualità produttiva di un gruppo è la capacità dei suoi membri di raggiungere uno stato di armonia interna, la quale può consentire di sfruttare proficuamente i talenti di ognuno.

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Poi ci sono le partite in cui dovrebbero essere attivi i due  sistemi motivazionali di agonismo contro la squadra avversaria e cooperazione tra la stessa squadra, inoltre i mister dovrebbe attivare l’accudimento per aiutare la propria squadra a gestire momenti di frustrazione e difficoltà, ma attivare questi sistemi è vera e propria utopia… nelle partite il sistema motivazionale prevalente è quello dell’agonismo soprattutto nelle partite più importanti. Durante le partita si evidenzia in maniera molto accentuata il comportamento di agonismo, che in questo caso, è funzionale. Non esiste squadra che non attiva almeno un  minimo comportamento di agonismo verso la squadra avversaria ma nello stesso momento per permettere un buon gioco di squadra è importante che i giocatori della stessa squadra attivino tra di loro comportamenti di cooperazione. Sia il comportamento di agonismo che quello di cooperazione si attivano quando vengono percepite risorse limitate nell’ambiente (nello specifico durante le partite ci sono dei premi in palio oppure la conquista di una buona posizione in classifica, oppure lo stesso piacere di essere il vincitore), ma mentre nell’agonismo si è uno contro l’altro (quindi una squadra contro l’altra), nella cooperazione l’altro viene visto come aiutante per raggiungere un obiettivo comune (i giocatori della stessa squadra). Proprio per questo è molto importante che vengano attivati entrambi i sistemi motivazionali per raggiungere la vittoria in una partita.

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E ora è il turno della tifoseria, perché anche la tifoseria attiva il suo sistema motivazionale sia durante l’allenamento che durante le partite. Ci sono dei genitori che a fine allenamento o partita stringono la mano ai mister complimentandosi con loro indipendentemente dal risultato ottenuto nella partita, questi genitori stanno attivando il sistema di cooperazione dando piena fiducia ai mister nella scelta del loro allenamento o della loro strategia di gioco; ci sono altri genitori che urlano, strillano, inveiscono contro il mister e incidano i loro figli alla “lotta” contro un altro avversario, questi genitori stanno attivando il sistema dell’agonismo, ampliando in questo caso un clima di tensione durante l’allenamento o la partita.

 

Ho visto molto spesso girare immagini di questo tipo sul web

 

 

 

 

 

 

Sono post che invitano alla cooperazione da parte dei genitori con i mister, al dare fiducia ai mister sul loro lavoro, su quello che svolgono in campo per i loro figli. Perché se si trovano lì in quel campo hanno fatto un percorso, hanno studiato per diventare tecnici e gli allenamenti che loro propongono o le strategie che attuano durante le partite fanno parte della loro esperienza e del principio che quella scuola calcio porta avanti rispetto allo spirito di squadra, perché ( e questo l’ho imparato nel corso degli anni) non tutte le scuole calcio portano avanti gli stessi valori, ci sono quelle che puntano più sulla cooperazione e quelle che puntano più sull’agonismo. Questo non vuol dire che i genitori devono stare zitti e accettare tutto incondizionatamente ma che possono chiedere spiegazioni ai mister rispetto una scelta piuttosto che un’altra e se anche i mister attivano un comportamento più incentrato sulla cooperazione sapranno dare delle valide risposte ai genitori. Quindi gli spettatori dovrebbero esultare per i propri figli durante le partite, applaudirli per ogni azione favolosa che fanno, perché altrimenti la tifoseria non servirebbe a nulla, ma cercare di evitare di essere troppo "aggressivi" verso gli avversari.

n conclusione si può dire che chi iscrive un bambino a una scuola calcio prima di tutto deve essere consapevole che lo sta iscrivendo a uno sport di squadra e quindi quello che verrà insegnato prima di tutto è il piacere di divertirsi insieme di trovare delle strategie comuni che rappresentino quella squadra, di scendere in campo insieme e attuare durante le partite uno spirito di squadra insieme a questo verrà insegnato loro lo spirito agonistico e questo sarà sempre più accentuato quando i bambini saranno più grandi e si iscriveranno al settore dell’agonistica.

Riuscire a leggere il proprio sistema motivazionale che stiamo attivando in quel preciso momento è un buon punto di inizio per riflettere su noi stessi e su quello che vogliamo in quel momento e capire e comprendere se stiamo facendo la scelta giusta o sbagliata.

Caratteristiche di una critica costruttiva

  • essere specifici, dire cosa va bene e cosa deve essere migliorato

  • offrire una soluzione, indicare un modo per risolvere un problema

  • essere presenti, è importanti fare critiche faccia a faccia per renderle massimamente efficaci

  • essere sensibili, capacità di metacognizione, ossia essere in sintonia con l’altro e capire l’impatto di ciò che si dice e di come si dice sulla persona che riceve il messaggio

Goleman, D.,2016

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